Green Management nella Sanità: progetto di ricerca con Università di Bari
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Le aziende sanitarie hanno, per loro natura, un core business fortemente sociale: erogazione di servizi di cura, tutela della salute, gestione della sicurezza di pazienti e lavoratori. Allo stesso tempo, però, queste organizzazioni generano impatti ambientali e organizzativi rilevanti: consumi energetici, gestione di rifiuti sanitari, utilizzo di risorse e infrastrutture, processi complessi che coinvolgono molteplici attori.
Da questa consapevolezza nasce il progetto di ricerca sviluppato a partire da agosto in collaborazione tra Be-boost e l’Università degli Studi di Bari, all’interno della tesi di laurea di Jacopo Visci in Tecniche della Prevenzione nell’Ambiente e nei Luoghi di Lavoro, dal titolo:
“Generare valore nel settore sanitario: le potenzialità del green management e dell’approccio ESG”
L’obiettivo della ricerca è stato quello di esplorare come una governance orientata ai principi ESG possa aiutare le aziende sanitarie a trasformare i propri impatti ambientali, sociali e organizzativi, in leve di valore e miglioramento continuo, e non in meri obblighi da adempiere.
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Il lavoro si inserisce nel quadro dello sviluppo sostenibile promosso dall’Agenda ONU 2030 e da un contesto normativo europeo sempre più stringente, dove la CSRD spinge le imprese verso una rendicontazione strutturata delle performance ESG.
Applicati alla sanità, questi principi dialogano con l’approccio One Health e con le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che invitano i sistemi sanitari ad adottare politiche capaci di tutelare ecosistemi, comunità umane e animali. Il percorso ha previsto formazione sui temi ESG e sul quadro normativo, l’utilizzo della piattaforma proprietaria Operia e la partecipazione a una trasferta presso un istituto bancario impegnato nella definizione della propria strategia di sostenibilità.
Da questa combinazione tra analisi e pratica è emerso che un piano di sostenibilità efficace richiede tre elementi chiave: un processo strutturato che coordini iniziative, dati e responsabilità; un team dedicato che garantisca presidio nel tempo; strumenti digitali in grado di supportare monitoraggio, governance e rendicontazione.
Questi fattori rendono la sostenibilità più gestibile, misurabile e integrata nella strategia organizzativa, principi trasferibili anche al contesto sanitario. In questa prospettiva, la figura del Tecnico della Prevenzione viene interpretata come un ponte tra dimensione tecnico-operativa e dimensione strategico-manageriale: da un lato è in grado di tradurre le esigenze di governance in pratiche concrete; dall’altro può riportare ai livelli decisionali evidenze, dati e fabbisogni che emergono dall’operatività quotidiana.
La sintesi del lavoro mostra come la sostenibilità, intesa nelle tre dimensioni ambientale, sociale e di governance, possa diventare una leva di trasformazione culturale e organizzativa per il settore sanitario. In uno scenario in cui il sistema sanitario nazionale è già coinvolto in percorsi di green management, ma attende norme e linee guida ancora più definite, l’iniziativa esplora come un approccio ESG strutturato, supportato da strumenti innovativi e dal contributo di figure tecniche come il Tecnico della Prevenzione, possa rafforzare il ruolo dei Green Team e trasformare gli impatti delle aziende sanitarie in valore duraturo per organizzazioni, persone e territori.
