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VSME: comunicare la sostenibilità per le PMI

  • Alberto Lazizzera
  • 5 giorni fa
  • Tempo di lettura: 6 min

Nel momento in cui una PMI inizia davvero a strutturare il proprio percorso ESG, emerge sempre la stessa domanda: "come trasformare processi, dati e iniziative in un racconto credibile e leggibile dall’esterno?"


Non è un dettaglio.


La comunicazione ESG, per un’impresa piccola o media, non è uno sforzo di marketing: è ciò che permette di dialogare con clienti corporate, banche, investitori e partner lungo la filiera. Tutti interlocutori che, oggi, chiedono trasparenza, coerenza e dati verificabili.


Ed è qui che entra in gioco il VSME, il nuovo standard europeo pensato su misura per le PMI.


Perché oggi anche le PMI devono “raccontarsi” con un linguaggio chiaro


Negli ultimi anni il contesto è cambiato più di quanto sembri.

La CSRD ha reso obbligatoria la rendicontazione per migliaia di aziende europee, ma ha generato un effetto collaterale inevitabile: tutta la filiera si deve adeguare.


Le PMI, pur non essendo obbligate, stanno ricevendo richieste di informazioni ESG:

  • da clienti corporate che devono consolidare dati di supply chain;

  • da banche che integrano parametri ESG nel merito creditizio;

  • da partner e investitori che valutano rischio operativo, governance e stabilità nel tempo.


Il risultato?


Ogni azienda medio-piccola si ritrova davanti a Excel, portali e questionari, ognuno strutturato in modo diverso, spesso ridondante o incoerente. E per chi gestisce la sostenibilità internamente questo significa una cosa sola: dispersione.


Il VSME nasce per risolvere esattamente questo problema:

creare un linguaggio unico e proporzionato, riconosciuto dagli stakeholder e realistico per le PMI.


VSME: uno standard europeo costruito sulle capacità reali delle PMI


Il VSME (Voluntary Sustainability Reporting Standard for non-listed SMEs) è stato sviluppato da EFRAG su mandato della Commissione UE con un obiettivo preciso: rendere la rendicontazione sostenibile accessibile senza semplificare eccessivamente la sostanza.


Non è un “mini-CSRD” e non vuole esserlo.


È uno strumento pensato per le PMI che vogliono comunicare in modo ordinato e credibile, senza appesantirsi con centinaia di datapoint o modelli di governance fuori scala.


La sua forza sta in due scelte di design:

  • modularità, con un livello base per chi inizia e uno avanzato per chi ha maggiore maturità;

  • rilevanza applicata: molte informazioni devono essere fornite solo se pertinenti al modello di business.


Non esistono obblighi inutili, non esiste “compliance per la compliance”. Questa struttura permette alle PMI di muoversi con una logica di progressione, si parte dal necessario, si cresce solo quando serve.


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Il cuore del VSME: cosa chiede davvero


Per capirne il valore, è utile entrare nel merito, ma con una chiave strategica: cosa vuole far emergere il VSME da un’azienda?


Il modulo base parte chiedendo all’impresa di descrivere chi è, come raccoglie i dati, quali politiche e iniziative ha già attive verso la sostenibilità.

Non è solo un’introduzione: è la cornice che permette allo stakeholder di capire da dove parte l’azienda e come integra l’ESG nel proprio modo di operare.


Gli impatti ambientali fondamentali

Si entra poi nel perimetro ambientale: energia, emissioni, rifiuti, risorse, acqua, e solo se rilevante inquinamento e biodiversità.

Sono le aree dove quasi tutte le PMI hanno impatti misurabili e dove i dati, se raccolti con continuità, possono guidare decisioni su costi, efficienza e investimenti.


Il capitale umano, visto come leva strategica

La parte sociale è più di un elenco HR: obbliga l’azienda a mettere nero su bianco come gestisce sicurezza, turnover, formazione, condizioni di lavoro.

Per molte PMI è la prima volta in cui questi aspetti vengono collegati in un quadro unico, rendendo immediatamente visibili rischi, criticità e margini di miglioramento.


Etica e governance come indicatori di affidabilità

Infine, viene chiesto di rendicontare eventuali sanzioni per corruzione o illecito, e le politiche adottate per prevenirli.

Un tema essenziale per banche e partner, spesso trascurato dalle imprese più piccole proprio perché dato per scontato.


Nel complesso, il modulo base del VSME permette di costruire un profilo ESG completo, proporzionato, comparabile e leggibile da chi deve valutare rischio, stabilità e credibilità dell’impresa.


Cosa aggiunge il modulo completo


Il modulo completo amplia il raggio d’azione solo per chi ne ha necessità, ma può essere utilizzato soltanto dopo aver seguito il modulo base, che ne costituisce la premessa obbligatoria.


Introduce elementi più strategici:

  • obiettivi climatici e piani di transizione;

  • analisi dei rischi legati al cambiamento climatico;

  • politiche e processi sui diritti umani nella supply chain;

  • elementi di governance estesi (ad esempio diversità negli organi societari).


È un secondo livello naturale per aziende che hanno già KPI consolidati, processi di raccolta dati maturi o stakeholder che richiedono dettagli ulteriori.


Per una PMI è liberatorio: non si è costretti a fare tutto subito, ma si può scalare nel tempo, costruendo capacità interna anno dopo anno.


Implementare il VSME: il percorso operativo che funziona davvero


Adottare il VSME non significa “riempire uno standard”: significa portare ordine, definire ruoli, e trasformare dati sparsi in un sistema leggibile e utilizzabile.

Nella pratica, le aziende che lo fanno bene seguono una sequenza ricorrente:


  1. Scegliere il modulo appropriato

    La decisione è meno tecnica di quanto sembri:

    si parte dal modulo base quando il sistema ESG è giovane, e si passa al modulo completo quando obiettivi, KPI e processi di raccolta dati sono già solidi.

    Il VSME è progettato per evitare il sovraccarico informativo: meglio pochi dati affidabili che tante informazioni fragili.

  2. Centralizzare dati e responsabilità

    La base di un VSME efficace è una raccolta dati chiara, sostenuta da una governance altrettanto chiara: chi raccoglie cosa, con quali processi e con quale livello di ownership.

    Serve definire con precisione responsabilità e perimetri così che i dati siano coerenti, aggiornati e utilizzabili senza ricostruzioni manuali o interpretazioni ambigue. Quando ruoli e flussi informativi sono espliciti, la compilazione del VSME diventa un esercizio ordinato, non un lavoro di caccia alle informazioni.

  3. Tradurre i dati in un racconto coerente

    La scrittura del report non è un esercizio letterario.

    È un modo per leggere l’azienda attraverso le sue evidenze: capire cosa sta generando valore, dove ci sono rischi, quali scelte strategiche emergono dai numeri. Il VSME dà la struttura; la PMI porta il contenuto e il senso strategico.

    Il report VSME non è un pdf da archiviare: è uno strumento di relazione con chi, ogni anno, chiederà all’azienda cosa sta facendo su clima, persone, governance.

    Diventa la base per conversazioni con clienti, banche e partner, e una piattaforma per aggiornare obiettivi e KPI nel ciclo successivo.


Il VSME come infrastruttura minima della sostenibilità nelle PMI


Per le PMI, il VSME rappresenta più di uno standard: è una cornice di governance.

Ti obbliga a mettere in fila dati, processi, responsabilità; ti permette di parlare un linguaggio riconosciuto dagli stakeholder; ti prepara alla crescita futura del tuo percorso ESG.


Il VSME consente di partire subito, con un approccio proporzionato, rigoroso e scalabile. Un primo passo che può trasformare la rendicontazione da esercizio formale a strumento concreto di governo del cambiamento.


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? FAQ – VSME: comunicare la sostenibilità per le PMI


1. A cosa serve davvero il VSME per una PMI che sta iniziando il proprio percorso ESG?

Il VSME nasce per permettere alle PMI di parlare un linguaggio chiaro, comprensibile e soprattutto riconosciuto dai loro interlocutori. Non è un esercizio formale: è la struttura che aiuta l’azienda a trasformare dati e iniziative in un racconto coerente. In pratica riduce la confusione generata da questionari diversi e richieste eterogenee, e permette all’impresa di presentarsi in modo leggibile, credibile e comparabile.

2. Perché diventa sempre più importante per una PMI “raccontarsi” in modo strutturato sul tema della sostenibilità?

Anche se non obbligate dalla CSRD, le PMI ormai sono parte integrante della filiera informativa delle grandi aziende. Clienti corporate, banche e partner iniziano a chiedere dati ESG per esigenze di rischio, governance o consolidamento. Senza un linguaggio comune, ogni richiesta diventa un esercizio artigianale, inefficiente e disallineato. Il VSME riduce questa dispersione e permette alla PMI di farsi leggere con immediatezza.

3. Come capire se una PMI deve usare il modulo base o quello completo?

La scelta dipende dalla maturità interna. Il modulo base è la porta d’ingresso naturale: permette di costruire ordine, raccogliere dati essenziali e creare la prima narrazione ESG solida. Il modulo completo diventa utile solo quando l’azienda ha già obiettivi, KPI, processi di raccolta dati e competenze che lo giustificano. Il VSME è progettato per accompagnare la crescita, non forzarla.

4. Il VSME può diventare uno strumento centrale nel rapporto con clienti corporate e banche?

Sì, ma con un approccio proporzionato. Le PMI quotate hanno un set semplificato di obblighi, mentre le PMI non quotate possono adottare gli ESRS su base volontaria. Tuttavia, molte dovranno comunque adeguarsi perché richiesto dai clienti nell’ambito della supply chain.


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