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Dal dato alla strategia: il vero vantaggio è saperli governare

  • Alberto Lazizzera
  • 9 ott
  • Tempo di lettura: 4 min

Qual è la differenza tra guidare la strategia ed esserne travolti?


Che si parli di ESG, marketing o operations, oggi ogni azienda è sommersa da dati. Report, dashboard, analisi di mercato, feedback dei clienti: la quantità di informazioni disponibili non è mai stata così vasta. Ma il dato in sé non è un vantaggio competitivo. Il valore nasce da come viene raccolto, interpretato e trasformato in decisioni.


Molte organizzazioni si fermano al primo passo: accumulare informazioni senza riuscire a dar loro un senso. Il rischio è la “paralisi da analisi”: tanta conoscenza potenziale, poche scelte concrete. La differenza la fa la capacità di governare i dati come leva decisionale, integrandoli nei processi e nella cultura manageriale.


Dal caos informativo al dato che conta


Non tutti i dati hanno lo stesso peso. Raccoglierne troppi senza filtri significa generare rumore. Al contrario, selezionare quelli davvero rilevanti permette di concentrarsi su ciò che guida la strategia.


Tre esempi lo dimostrano chiaramente:


  • Manifattura: sensori IoT generano migliaia di dati al giorno. Se non ordinati, sono incomprensibili; se analizzati per prevedere guasti e ottimizzare la manutenzione, generano risparmi enormi.

  • Retail: i dati sugli acquisti hanno senso solo se collegati a decisioni di assortimento e pricing. Altrimenti restano un archivio inerte.

  • Sanità: i dati clinici diventano preziosi quando strutturati per supportare diagnosi tempestive o migliorare l’organizzazione dei reparti.


In tutti i casi, non è la quantità a contare, ma la capacità di dare struttura e finalità al dato.


Per riuscirci, è utile partire da alcune domande chiave:


  • Questo dato è collegato a un obiettivo ESG o strategico chiaro?

  • Genera un’azione concreta nei prossimi mesi o resta un indicatore passivo?

  • È comparabile nel tempo, così da misurare progressi reali?

  • È compreso da chi deve usarlo, non solo dagli analisti?


Separare il flusso informativo dalla conoscenza utile è il primo passo per trasformare i dati in strategia.


I tre pilastri per governare i dati


Una gestione efficace ed efficiente dei dati si fonda su tre pilastri:


  1. Qualità → un dato impreciso o incompleto porta a scelte sbagliate. Servono procedure di raccolta e verifica chiare.

  2. Accessibilità → i dati devono essere fruibili da chi decide, non chiusi in silos tecnici. Dashboard intuitive e strumenti user-friendly fanno la differenza.

  3. Integrazione → i dati devono dialogare con i processi decisionali. Non basta analizzarli: occorre legarli a scelte su produzione, marketing, risorse umane o iniziative ESG.


Qui entra in gioco la cultura: il dato non è patrimonio solo dell’IT, ma di tutta l’organizzazione. Manager e team devono abituarsi a “leggere” i numeri e usarli come base naturale delle proprie decisioni.


Con Operia, la piattaforma digitale di Be-boost, aiutiamo le aziende e l’area ESG a potenziare i propri database non solo in termini di raccolta, ma soprattutto di utilizzo. L’obiettivo è far sì che, grazie a un sistema centralizzato e aperto internamente, i dati diventino davvero abilitatori di processi e di comunicazione interna, trasformando le informazioni in scelte quotidiane più consapevoli e allineate alla strategia.


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Quando il dato diventa cultura di governance ESG


Per un sustainability manager, il tema non è solo tecnico: è culturale e di governance. Senza dati solidi e accessibili, la sostenibilità rischia di ridursi a narrazione o mero adempimento normativo. Con i dati giusti, invece, diventa parte integrante delle decisioni quotidiane.


  • I dati ambientali permettono di misurare riduzioni di emissioni o consumi in modo credibile.

  • I dati sociali mostrano progressi reali in inclusione, sicurezza e benessere.

  • I dati di governance danno evidenza della trasparenza nei processi e della responsabilità nei risultati.


La governance dei dati è quindi un tassello centrale della strategia ESG. Non si tratta solo di raccogliere informazioni per i report, ma di creare una cultura in cui ogni decisione – dagli acquisti alle strategie di prodotto – venga letta alla luce di evidenze misurabili, condivise e integrate ai temi di sostenibilità.


Quando i dati sono governati con consapevolezza, diventano un linguaggio comune che connette leadership, team e stakeholder. Non sono più numeri “per gli addetti ai lavori”, ma il fondamento di una cultura aziendale in cui la sostenibilità non è un impegno accessorio, ma la modalità naturale con cui si prendono decisioni.


Dalla raccolta all’impatto strategico


Il percorso dal dato alla decisione non è un tema tecnico, ma di governance. Non basta avere più dati: serve governarli con qualità, accessibilità e integrazione, trasformandoli in scelte concrete che incidono sulla strategia e sulla sostenibilità.


Con Operia offriamo alle aziende un approccio semplice e concreto per sfruttare appieno questa possibilità e mettere a terra la strategia ESG.


La differenza non la fa la quantità di dati, ma la consapevolezza con cui vengono governati per guidare decisioni coerenti con la strategia e i valori ESG.





? FAQ – Dal dato alla strategia


1. Come si configura la governance dei dati in azienda?

Si struttura definendo ruoli chiari, processi di raccolta e verifica, strumenti digitali condivisi e un sistema di responsabilità che collega i dati alla strategia ESG.

2. Qual è il ruolo del board e del CEO nella governance dei dati?

Il top management non deve solo approvare policy, ma garantire che i dati diventino parte dei processi decisionali e base di trasparenza verso stakeholder e investitori.

3. In che modo la governance dei dati accelera gli obiettivi ESG?

Permette di misurare progressi reali, evitare greenwashing e tradurre gli obiettivi ESG in azioni concrete grazie a indicatori affidabili e condivisi.

4. Quali rischi corrono le aziende senza un governo dei dati solido?

Rischiano incoerenza strategica, decisioni basate su informazioni incomplete, perdita di fiducia da parte di stakeholder e difficoltà a rispettare normative ESG.

5. Come misurare il ritorno della governance dei dati per il business?

Attraverso indicatori come riduzione dei costi operativi, velocità decisionale, maggiore attrattività per investitori e impatto positivo sulla reputazione ESG.


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